Empatia dalle origini ai neuroni a specchio

 

Empatia (En Pathos  – Dentro Sentimento).

Comunemente per empatia si intende la capacità di comprendere, di immedesimarsi e di avere le stesse emozioni di un’altra persona.

In modo ancora più immediato significa “mettersi nei panni di un’altro”

Il concetto di empatia inizia ad avere espressione attraverso le opere di due autori romantici tedeschi del XIX secolo: Herder e Novalis nelle rispettive opere “Vom Erkennenn und Empfinden, Werke, ed. Suphan, VIII “ e  “Discepoli a Sais”.

Si inizia a parlare di esperienza di fusione dell’anima con la natura.

È sempre un tedesco, filosofo e psicologo, Theodor Lipps che continua a diffondere il concetto di empatia. Nei suoi scritti, Lipps afferma che è l’osservatore dell’opera d’arte a proiettare su di essa la propria carica emotiva.

Con Lipps si sviluppa il concetto di empatia come processo innato di imitazione e proiezione dove  colui che si identifica in un altro soggetto, conserva comunque la propria identità distinta.

Grazie a Edmund Husserl prima e Edith Stein successivamente, il concetto di empatia diventa elemento a fondamento della socialità.

In particolare Edith Stein, filosofa ed allieva di Husserl, teorizza l’esperire empatico come processo del conoscere umano, come descritto nella sua opera “L’empatia”.

Edith Stein definisce l’empatia come essenza della capacità di istituire comunicazioni intersoggettive, fino a mettersi nei panni dell’altro.

Edith Stein è stata con la sua stessa storia di vita un esempio di empatia: crocerossina volontaria durante la prima guerra mondiale; avremo modo di approfondire la ricchezza della sua ricerca di studio e della sua esperienza.

L’incontro con un altra persona ci pone di fronte alla sua “Identità originale” insieme alla sua espressione, il suo sguardo e la sua presenza. e questo è ben di più della semplice conoscenza!

Ecco la magia dell’esperienza empatica: andare oltre sé stessi incontrando l’altro e vivere entrambi qualcosa che va oltre la propria identità.

L’empatia è un processo cognitivo ed emotivo di relazione tra le persone.

Oggi, grazie alla scoperta dei neuroni a specchio, fatta da da un’equipe di neuroscienziati, sappiamo che ci sono delle cellule che si attivano quando osserviamo l’azione di qualcuno altro o la sua azione di osservare a sua volta un’altra azione.

Questo naturale meccanismo biologico rende possibile l’esperienza diretta dei movimenti nel corpo e delle emozioni dell’altro e questo crea addirittura un legame neurologico.

La plasticità dei circuiti mirror che guidano l’esperienza rivela la rete invisibile che è alla base dei rapporti umani.

Quando due persone sono molto affini hanno i propri neuroni a specchio in risonanza.

Questo spiegherebbe come spesso possa capitare che un proprio caro intuisca la nostra intenzione ancora prima che venga manifestata.

Quando invece c’è allontanamento ecco che prevale un istinto di evitamento e di non condivisione.

Siamo naturalmente esseri sociali, dotati di strumenti di condivisione e di empatia.

Questo spiega il successo di grandi strumenti di coinvolgimento come i social, i media, le iniziative di umanitarie e di volontariato.

Anche quando comunichiamo, il nostro intento e le nostre emozioni vengono partecipati in modo naturalmente empatico dal nostro destinatario.

Quando si crea un rapporto empatico con il proprio pubblico si crea quella reta di interscambio che, come avviene nei rapporti umani, sostiene la relazione e questo fa Brand.

Donatella Metelli

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